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La mia vita dopo l'Africa

Aggiornamento: 21 mar




Chi torna da un’esperienza simile, non torna mai uguale a prima. E personalmente ho perso davvero molto tempo, prima di realizzare cosa avessi fatto veramente. E tuttora quando guardo le foto e i video di quell’esperienza mi emoziono.

Al ritorno ho apprezzato ancora di più la mia vita, pensando a quanto fosse difficile la vita in Africa. Ho pensato che davvero avevo, ho e abbiamo per noi nati in una parte più fortunata del mondo il privilegio di poter realizzare tutto. Perché abbiamo i mezzi per poterlo fare. Abbiamo un sistema scolastico adeguato, abbiamo un futuro.



Nel quotidiano mi ha aiutato ad affrontare meglio anche le piccole avversità, perché spesso mi sono detta “se hai affrontato tutte quelle emozioni, tutti quegli ostacoli, aggrappandoti solo a te stessa, allora puoi superare tutto” .

Ho imparato ad essere una persona dall’anima leggera, e per leggerezza non intendo superficialità. Ho buttato via tutti quei problemi superflui che a volte ci rovinano le giornate, o alcuni momenti.

Ho imparato a guardare al futuro con speranza, sapendo che qualsiasi cosa mi riservi la vita, troverò la forza di affrontarlo. E gioisco di più per le piccole cose, sono queste che rendono speciale la vita.



Ho lasciato quella terra, sapendo di aver dato il massimo, avendo lasciato qualcosa nel loro cuore, e loro nel mio.

Stando lì si vede la vita da un’altra prospettiva. Spesso la domenica non sappiamo cosa fare, e ci ritroviamo annoiati sul divano. Loro non hanno locali di ritrovo, cinema, teatri, parchi attrezzati, e tanto altro. Però le domeniche erano sempre una festa, tra canti e preghiere, erano lì ad esplodere di vita.



Il regalo più prezioso che portai in Italia fu la loro gratitudine. Sentirmi chiamare African Clara, mi riempiva il cuore di orgoglio. In quel mese lì, erano diventati la mia famiglia, e fu toccante vedere la speranza, la forza nei loro occhi. Aver fatto tutto il possibile per aiutarli, è un traguardo che porterò per sempre nel mio cuore.

Voi come vi siete sentiti dopo un’esperienza simile?

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